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Comunità OFM Convento Eremo S. Felice - Cologna Veneta (VR)

Eremo San Felice

Presentazione di Gesù al Tempio

2025-02-02 04:32

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Riflessioni,

Presentazione di Gesù al Tempio

2 febbraio 2025


Ml 3,1-4   Sal 23   Eb 2,14-18   Lc 2,22-40


LUMINOSA FEDELTA' DI DIO


La Presentazione al Tempio quest’anno prende il posto della quarta domenica dell’anno liturgico. Si tratta di una festa liturgica particolare che cade 40 giorni dopo il Natale, a chiudere quel tempo festivo. Ancora freschi di quelle feste, ne ricordiamo ancora le emozioni e soprattutto il messaggio pieno di gioia e di luce che il Natale ci ha portato.  



Questa festa ha origini molto antiche: 300 anni dopo la Pasqua del Signore i pellegrini che andavano a Gerusalemme testimoniavano che il quarantesimo giorno dopo il Natale si celebrava una festa solenne con l’accensione di molte lampade attorno al Santo Sepolcro del Signore. Nella chiesa cattolica la festa acquisì un significato sia penitenziale, sia di festa della luce con il rito della benedizione delle candele (Candelora), e da ultimo di festa mariana.  



Il Concilio Vaticano II° ha voluto recuperare il significato cristologico della celebrazione, sottolineando il valore dell’incontro di Cristo, luce di tutti i popoli, con l’Israele credente. Per questo la festa odierna è divenuta occasione per celebrare la presenza della vita religiosa consacrata, dei frati e delle suore, come dono del Signore alla sua Chiesa. 


Era previsto dalla legge ebraica che tutti i primogeniti fossero consacrati al Signore, e che le madri ottenessero una speciale purificazione. Il primo tema che interessa Luca è quello dell’obbedienza attenta, da parte della Sacra Famiglia, della legge del Signore. Maria e Giuseppe non fanno quello che vogliono: per tre volte Luca sottolinea che Maria e Giuseppe si comportarno come prescrive la legge del Signore. Abbiamo dunque un’indicazione precisa: per aderire ai disegni di Dio occorre prendere come guida dei nostri passi la parola della Sacra Scrittura. 



Maria e Giuseppe sanno inoltre che il figlio che portano fra le braccia non è loro, non è loro possesso: è stato affidato da Dio alle loro cure ma rimane di Dio, e a Dio va restituito! Portandolo al tempio riconoscono che è di Dio, e che nel momento stabilito sapranno riconsegnarlo a Dio e al mondo. Prezioso modello per i genitori che ricevono la grazia insigne di ricevere in dono dei figli da crescere, accudire ed educare, non loro possesso, ma dono da restituire... 



La seconda parte del brano mostra due straordinarie figure di anziani: Simeone ed Anna. C’era una grande folla al tempio ma nessuno intuisce che quel neonato è la luce del mondo. Solo Simeone ed Anna ci riescono, ricevendo il dono di vedere. Sono veri contemplativi perchè sanno vedere le realtà che sono dietro le apparenze. Non basta essere devoti per vedere gli uomini ed il mondo con gli occhi di Dio.  



Che cosa occorre avere invece? Simeone era giusto, pio, aspettava la consolazione d’Israele, era mosso dallo Spirito Santo.



Era giusto, preoccupato cioè di vivere bene, nella giustizia-amore; pio nel linguaggio evangelico significa avere un cuore purificato dalle passioni e dai vizi. Era dunque una persona retta che stava nella via del Signore senza cedimenti. Aspettava la consolazione, vuol dire che viveva la certezza che le promesse del Signore, anche se tardavano, si sarebbero realizzate, guardava quindi avanti a sé con fiducia. Per tre volte Luca dice che era mosso dallo Spirito Santo: era una persona che lo Spirito Santo faceva guardare davanti a sé. Questo anziano era quindi libero, giusto, orientato al bene, sereno, che guardava al suo passato senza rimpianti né recriminazioni. Per capirci: non era di quelli che vogliono tornare giovani, aveva vissuto la sua vita e ora la portava avanti con fiducia, aperto a quello che il Signore donava. Un anziano così è capace di riconoscere, abbracciare ed accogliere il nuovo che avanza, il bambino portato da Giuseppe e Maria, che rappresenta il futuro, e di offrirlo a Dio con gioia.  



Ma oggi nel vangelo di Luca brilla anche un’altra figura : quella di Anna, 84 anni. 84 ha un significato simbolico, è 7x12, in cui sette indica la perfezione e dodici il popolo d’Israele. Simboleggia dunque il popolo d’Israele che, giunto alla maturità, consegna al mondo il salvatore atteso. Anna, sebbene vedova, era rimasta fedele al marito tanto da non risposarsi, divenendo così immagine dell’Israele fedele. L’Israele fedele ha avuto un solo amore, quello per Dio, vivendo poi nella vedovanza fino all’arrivo dello sposo nella persona del Signore Gesù. Solo allora ha potuto di nuovo gioire. 



Coloro che vivono come Anna e Simeone non si allontanano dal tempio, non hanno cioè bisogno di andare in cerca di altri dei (idoli), vivono dell’intimità e della fedeltà a Dio luce bastante più che a sufficienza ad illuminare di senso, e da dentro, tutta la loro vita e la loro speranza.




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